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I disturbi del comportamento alimentare compaiono più frequentemente durante l’adolescenza o la prima età adulta ma possono anche svilupparsi durante l’infanzia o in tarda età.
L’anoressia è un disturbo alimentare psicogeno che si manifesta principalmente durante l’adolescenza ed è caratterizzato dalla restrizione dell’introito calorico con conseguente e significativa perdita di peso corporeo fino ad arrivare al grave sottopeso. Nonostante il sottopeso, è costantemente presente un’intensa paura di ingrassare e un’alterazione della percezione delle forme corporee.
L’anoressia colpisce tra lo 0.3 e l’1% delle giovani donne ma può colpire anche maschi eha uno dei più alti tassi di mortalità tra tutti i disturbi psichiatrici. Il rischio di morte è tre volte più alto rispetto alla depressione, alla schizofrenia o all’alcolismo e 12 volte più alto di quello presente nella popolazione generale.
In un soggetto normopeso il BMI è compreso tra 18.5-24.8 Kg/ m², mentre in una persona sottopeso scende al di sotto di 18.5 Kg/m². In alcuni casi il disturbo può manifestarsi per un breve periodo di tempo (es. qualche mese), in altri può diventare stabile e durare qualche anno; nel 10-20% dei casi tende a cronicizzarsi.
Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5, 2014) esistono due tipologie di anoressia nervosa:
con restrizioni: se negli ultimi 3 mesi la perdita di peso è ottenuta attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva. In questo sottotipo la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva.
con abbuffate/condotte di eliminazione: se durante gli ultimi 3 mesi la persona ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
I criteri diagnostici DSM-5 dell’anoressia nervosa sono i seguenti:
Il livello di gravità del disturbo viene valutato attraverso l’indice di massa corporea (Body Mass Index "BMI"), che si calcola dividendo il peso (in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (in metri) e si suddivide in:
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