© 2018 by Mara Compagnoni created with Aruba
“Mi chiamo Michela. Ho 32 anni, sono impiegata. Mi sono sposata quattro anni fa con Paolo, dopo un fidanzamento di 3 anni. Ho vissuto la gravidanza con molta ansia. Temevo di perdere il bambino, avendo già avuto un aborto spontaneo l’anno precedente. L’ansia, però, calava man mano che passavano i mesi e si avvicinava il momento in cui avrei avuto tra le braccia il mio bambino. Io e mio marito l’avevamo desiderato tanto! Non avrei mai pensato di ritrovarmi un paio di mesi dopo la nascita di Andrea senza la forza né la voglia di occuparmi di lui e con una tristezza infinita nel cuore! Ma di solito queste emozioni non si provano quando succede qualcosa di brutto? Quando muore qualcuno? A me era successo qualcosa di bello, ma non riuscivo a gioirne. Mi è stato spiegato che era depressione post parto e che non ero l’unica donna a soffrirne. Prima di allora avevo solo idee vaghe sulla depressione e non pensavo che avrebbe mai interferito con la mia vita…”
(Brano tratto da “Mamme tristi, vincere la depressione post parto”. A cura di Leveni, Morosini, Piacentini. Ed. Erickson).
Il periodo della gravidanza e la nascita di un figlio rappresentano un momento particolare, di enorme cambiamento e responsabilità nella vita di ogni mamma e papà. Un evento gioioso, atteso, sperato, desiderato. Eppure, non tutto potrebbe risultare come i novelli genitori se lo erano immaginato e aspettato. Occuparsi del proprio bambino richiede non poca capacità di resistenza fisica ed emotiva, perciò non è strano che i genitori trovino talvolta difficile affrontare questo momento.
Nei paesi occidentali, circa il 10%-15% delle mamme, viene colpita da depressione post parto, che si sviluppa generalmente durante i primi 3 mesi dopo il parto, sebbene in molti casi l'insorgenza possa anche avvenire dopo 6-8 mesi.
La depressione post partum non differisce molto dalla depressione maggiore (per quanto riguarda i sintomi). La sua principale particolarità sta nel fatto che si presenta in un periodo ben preciso della vita, dura di più ed è più debilitante di un qualsiasi episodio di depressione maggiore.
I sintomi sono i seguenti:
La donna spesso tende a nascondere e negare il proprio disagio e malessere in un momento che, nella fantasia e nel comune modo di sentire, dovrebbe essere il momento più bello che una donna possa vivere.
La depressione post partum non dovrebbe essere confusa con la cosiddetta "tristezza da parto" o BABY BLUES (tristezza, irritabilità, senso di inadeguatezza causati da cambiamenti ormonali significativi presenti nelle ore successive al parto e che raggiungono il loro picco 3-5 giorni dopo il parto) che si presenta nel 70%-80% dei casi e che è del tutto passeggera (si dissolve nel giro di pochi giorni).
La depressione post partum deve anche essere distinta dalla "psicosi post parto", un disturbo molto più grave e raro. Insorge entro 6 settimane dal parto e le donne colpite presentano stati di grave confusione e agitazione, gravi alterazioni dell'umore e del comportamento, allucinazioni e deliri.
Le cause della depressione sembrano essere date dall'interazione di 3 elementi: vulnerabilità biologica e caratteriale, eventi stressanti e fattori psicosociali. Inoltre esistono fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare la depressione post partum: fattori che hanno a che fare con l'ambiente familiare, sociale, culturale; fattori che riguardano in specifico la gravidanza e il rapporto con il figlio; fattori legati alla personalità e al ruolo materno.
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